"Il presente diventa una bolla cognitiva che avvolge e isola, rendendo difficile ogni apertura verso altre temporalità. Questa tendenza a giudicare il passato attraverso le lenti del presente,spesso in modo inconsapevole, è resa ancora più marcata da una cultura – quella dell’Antropocene - che, per la sua portata, intensità e iperconnettività, rappresenta un fenomeno storico del tutto inedito;una cultura imponente, abbagliante nella sua grandezza,ma al tempo stesso tentacolare e autoreferenziale, troppo sicura di sé per poter essere messa in discussione. In virtù del progresso scientifico e tecnologico che la sostiene, essa infatti sembra farsi ogni giorno di più impermeabile al dubbio, incapace di immaginare momenti di autosospensione in cui poter coltivare l’idea della diversità, dell’estraneo da sé, e dunque anche del passato".

Ecco un piccolo estratto da «Che cambia?» Criticità e nuove proposte per una didattica sostenibile della storia antica di Gianluca De Sanctis in "La contemporaneità della cultura classica. Noi e gli antichi" a breve negli store online.